
Fin dal primo manifesto pubblicato da Filippo Tommaso Marinetti su “Le Figaro” il 20 febbraio 1909 e anticipato su “La Gazzetta di Mantova” il giorno 8 dello stesso mese, il movimento futurista si proponeva un rinnovamento totale nei campi della pittura, della scultura, dell’architettura, della letteratura, della musica, del teatro, della grafica. Il ciclone futurista investì la cultura, il pensiero, gli atteggiamenti.
Ampia testimonianza di opere futuriste si ammirano al Castello di Desenzano nella mostra “Mondo futurista” titolo che è allo stesso tempo un omaggio allo scritto di Giacomo Balla del 1918 “Universo Futurista” e una dichiarazione d’intenti estetici e formali. L’esposizione, curata dallo storico e presidente del Vittoriale degli Italiani Giordano Bruno Guerri e dallo storico dell’arte e Direttore di MV Arte Matteo Vanzan, rimane aperta fino il 26 ottobre, dal martedì alla domenica, ore 10.00-18.30. La mostra è allestita all’interno del Castello di Desenzano, un edificio del XIII secolo, in un dialogo tra epoche storiche che contrappone la celebrazione della modernità, della velocità e il progresso tecnologico degli ideali futuristi all’atmosfera medioevale del maniero, che diventa così un elemento attivo del percorso espositivo.
La mostra si compone di 50 opere (olio su tela, disegni, studi preparatori, tecniche miste su tela e su carta, sculture, litografie e manifesti) provenienti da collezioni pubbliche e private, e di una selezione di testi disposti in un percorso temporale che inizia nel 1901 con “Il lavacro dell’umanità” di Gaetano Previati e si conclude nel 1942-1943 con “Biliardo” di Renato di Bosso. Nel mezzo, opere iconiche come “Forme uniche della continuità nello spazio” di Umberto Boccioni insieme a lavori inediti e riscoperte come “Maggio 1915” di Plinio Nomellini, presentato alla Biennale di Venezia del 1920, e la “Città Cosmica” di Italo Fasulo del 1940, opera esposta invece nella Biennale del 1942; “Arte dei Rumori” di Luigi Russolo e “Anti Biennale” di Fortunato Depero. Tra i testi, la prima edizione del 1910 di “Mafarka il Futurista” e di “Zang Tumb Tumb” del 1914, entrambi firmati da Marinetti e da lui dedicati a Enrica Piubellini, poetessa futurista desenzanese.
Opere che si affiancano a quelle di Cesare Andreoni, Giacomo Balla, Anselmo Bucci, Benedetta Cappa, Marinetti, Luigi Bonazza, Bot, Tullio, Crali, Giulio D’Anna, Fortunato Depero, Michele Falanga, Corrado Forlin, Marisa Mori, Uberto Bonetti, Tato e molti altri.
INFO Organizzazione a cura di MV Arte e Ufficio Cultura del Comune di Desenzano, con il coordinamento di Marilena Mura.
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