
Continua fino al 13 luglio la mostra “Maddalena e la Croce. Amore Sublime“, al Museo Santa Caterina di Treviso, a cura dei Civici Musei. Per chi è affascinato dalla figura di Maria Maddalena, citata nei quattro i Vangeli canonici e pure nei Vangeli gnostici di Filippo Pietro Tommaso, l’evento è imperdibile. Tutte le espressioni della santa – dalla penitente alla mistica – sono mirabilmente rappresentate da un centinaio di opere fino ai vertici artistici – tra gli altri – di Canova (foto a fine pagina), Caravaggio, Tiziano, Tintoretto (foto di copertina)e della Pittora Artemisia Gentileschi.
Maria di Magdala: Migdal in ebraico significa torre ed è il nome della cittadina sul lago di Tiberiade dove nacque Maria , che sembra echeggiare tutta la forza spirituale di Apostola degli Apostoli, l‘appellativo ribadito da Papa Francesco nel 2016, già attribuito nel XIII secolo da Tommaso d’Aquino. Non è una semplice discepola, è nominata con il luogo di provenienza e non come figlia di o moglie di e nella scena cruciale della Resurrezione descritta dal Vangelo di Giovanni (il più gnostico dei quattro canonici) Cristo si palesa a lei e a lei affida il messaggio di salvezza.
Venerata in Oriente (secondo una tradizione agiograficaa finì la sua vita ad Efeso con Giovanni evangelista) e in Occidente, con particolare devozione nel sud della Francia, sulla base della “Legenda Aurea” di Jacopo da Varazze, l’opera scritta a metà del XIII secolo, che ispirò artisti come Giotto. E’ la santa più rappresentata nei luoghi di culto e la si distingue tra le pie donne per il capo senza velo, il vaso degli ungenti, il libro (non solo per meditare ma si tratterebbe proprio del suo Vangelo), il teschio come memento moris. Si capisce come il ruolo di peccatrice redenta sia un aspetto iconografico enfatizzato in alcuni periodi storici, mentre la sua vocazione mistica e salvifica è più viva in altri, compresa una rappresentazione sensuale che talvolta coincide con un afflato mistico. Un amore sublime la legò a Gesù, lo seguì ovunque, e testimoniò la sua resurrezione fino al commovente Noli me tangere. Infinita la schiera di artisti che hanno eternato la sua figura, fin dalle catacombe e dai sarcofagi, dal Medioevo alla contemporaneità, ed è diventata più volte soggetto cinematografico.
Fabrizio Malachin, curatore della mostra: “Paura, rabbia, tristezza, disprezzo, solitudine, ma anche speranza, gioia, sorpresa, esaltazione sono emozioni che caratterizzano la vita della santa e il suo esempio è oggi attualissimo, un autentico manuale di ‘educazione alle emozioni’, di come riconoscerle, gestirle, dominarle, comunicarle eccetera: educazione alle emozioni di cui tutta la nostra società ha tanto bisogno”.
Quell’Amore Sublime rivive in oltre cento miniature, dipinti, sculture, oreficerie e tessili, opere datate dal Medio Evo ad oggi, provenienti da prestigiose istituzioni, pubbliche e private, nazionali ed europee. In questo prezioso insieme, spiccano due nuclei. Il primo, frutto della collaborazione con il Museo tedesco di Freising, porta in Italia, per la prima volta, opere tedesche dal XIV al XVIII secolo. Il secondo valorizza il territorio trevigiano, con fondamentali opere provenienti dalla Gypsotheca di Possagno, dalla Pinacoteca Martini di Oderzo, dal Museo Diocesano di Treviso e dalle chiese della provincia. Tredici le sezioni di questa ampia rassegna. Un racconto che inizia con la Crocefissione, in cui con la Madonna e Giovanni, Maddalena è protagonista nella sua umana disperazione. La stessa Croce, nella trasposizione di grandi maestri, è la naturale protagonista della successiva sezione, nel suo valore simbolico e identitario. Altri capolavori fanno esplodere in pura emozione il dolore urlato di Maddalena di fronte al Cristo deposto dalla Croce. Al centro di una sala dove le luci son abbassate, brilla uno dei tanti capolavori di questa mostra: la grande tavola bifacciale di Jan Polack raffigurate la Deposizione (fronte) e la Decapitazione di San Paolo (retro) In quest’opera la Maddalena è raffigurata in mantello verde e veste rossa foderata di pelliccia, con la parte superiore del petto scoperta, a ricordo della sua precedente vita mondana.
La redenzione della Maddalena, il suo farsi pentita, è una iconografia che ha avuto ampia fortuna dopo il Concilio di Trento, divenendo simbolo universale della penitenza. Maddalena viene vista come una nuova Eva.
Nell’800 Maddalena diventa archetipo di una spiritualità universale che supera il credo. Spariscono addirittura (a volte) i simboli religiosi (si veda la versione della Penitente di Canova) e l’attenzione degli artisti esalta la femminilità della santa. Superata la caduta e compiuta la redenzione, Maddalena viene ora celebrata anche in nudi di spirituale verità o in momenti di languido abbandono. Addormentata o svenuta, giacente o seduta, Maddalena diventa emblema di femminilità: pietismo religioso e carnalità si uniscono dando vita a opere pienamente romantiche.
Il confronto sul tema della Via Crucis tra i due artisti trevigiani, Alberto e Arturo Martini, il più importante pittore simbolista italiano e l’ultimo grande scultore, aprono una delle sezioni della mostra. Le loro opere gettano un ponte tra Ottocento e il contemporaneo, fino alla prima opera realizzata con l’intelligenza artificiale ad essere presente in una mostra.
In una sezione curata da Carlo Sala, ad essere proposte sono alcune originali interpretazioni di artisti contemporanei.
Il personaggio di Maria Maddalena ha sollecitato il cinema di tutte le epoche, dal muto al sonoro, dal bianco e nero al colore. La maggior parte dei film tratti dai racconti evangelici, soprattutto riguardanti la Passione, la vedono plasticamente ai piedi della croce, riprendendo l’iconografia affermatasi nei secoli, a cominciare dai lunghi capelli sciolti che hanno offerto l’opportunità, in tanti kolossal, di sfoggiare da parte delle dive abbondanti chiome lucenti e sinuose.
LA MADDALENA E LA CROCE AMORE SUBLIME
Catalogo edito da Cierre edizioni, a cura di Fabrizio Malachin e Manlio Leo Mezzacasa
Treviso, Museo Civico di Santa Caterina
5 aprile – 13 luglio 2025
Info: www.museicivicitreviso.it tel. 0422 658954
Immagini: www.studioesseci.net
