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Festival della Danza a Cannes
Festival della Danza in Costa Azzurra Il drappeggio della stoffa rossa mosso dalle brezze marine, tenuto nell’aria dalle braccia scultoree di un ballerino: è il manifesto del Festival de Danse Cannes – Côte d’Azur France (fotografia di Cristina De Middel), in programma dal 29 novembre al 15 dicembre a Cannes e in altre località. Si tratta di un appuntamento di grande rilievo iniziato nel 1985, che si avvale della direzione artistica di Brigitte Lefévre. Come annuncia il manifesto ispirato da poesia in danza, l’edizione 2019 avviene sotto il segno del fuoco - aria e acqua gli elementi negli anni precedenti - con spettacoli di varia matrice: da Giselle, capolavoro del balletto romantico, alla scrittura hip-hop raffinata di Mickaël Le Mer e la creazione mondiale della sua Butterfly. Aperta dal Béjart Ballet Lausanne oggi diretto da Gil Roman, ha in cartellone ventuno rappresentazioni, quindici a Cannes e sei in strutture culturali partner, quindici creazioni 2019, tre prime mondiali, due prime francesi, una prima europea e una creazione del Festival, in una programmazione insieme eclettica e coerente, con un filo impercettibile di corrispondenze fra le varie opere e i diversi artisti. Ecco una sintesi emblematica: da Béjart a Ma mère adorait la dance. Ritratto di Brigitte Lefévre (1 dicembre), alla Sao Paulo Dance Company, passando per le compagnie di valore mondiale, per concludersi il 15 dicembre con lo spettacolo creato espressamente per il festival da Christian Rizzo, Marie-Agnes Gillot, Andrés Marin. In parallelo, il festival esibisce un percorso cinematografico proposto al pubblico per approfondire grandi figure della danza, come Maurice Béjart e Sasha Waltz, comprendere come nasce un balletto, per esempio assistendo alla proiezione di Titicut Follies, documentario di Frederick Wiseman, all’origine dell’omonimo balletto. Programma completo e info pratiche su www.festivaldedanse-cannes.com
Vino & cultura alle Soaverie
E’ un punto d’incontro rutilante di eventi con appuntamenti imperdibili come “Il sabato del villaggio”, in programma alle Soaverie di Soave(Vr) da dicembre 2019 a Pasqua 2020 nella Sala del camino. Una bottega, un atelier, una sala del tè? Questo e altro sono le Soaverie - incastonate nel trecentesco Palazzo dei Conti Sanbonifacio in via Roma 17-, un ambiente speciale dove ritrovarsi per conversare, ascoltare, ammirare, gustare. Già Soave è una città - spettacolo: medioevale, enoica, performante, con quel vino Soave noto nel mondo, l’imponente castello scaligero e il borgo perimetrato dalle antiche mura, una sequenza di manifestazioni dedicate al vino, all’antiquariato fino al Festival letterario “Soave città del libro”: la prossima edizione si terrà dall’1al 5 aprile 2020, ospitato anche nella bottega-atelier. Sono un paesaggio materiale e simbolico, le Soaverie: bijoux, riproduzioni medioevali, vintage, quadri, libri e vino Bio di varie regioni, una scelta etica e commerciale di Maria Teresa Benetton, che gestisce e re-inventa di continuo lo spirito della sua bottega. Tra i libri presenti sugli scaffali, ci sono due opere edite da Delmiglio, nate per iniziativa della Benetton in collaborazione con gli autori: una monografia della pittrice soavese Maria Luisa Ruffo (alcuni quadri sono in mostra permanente nella Sala del Camino) e “Ruffo. Storia di una cantina che ha fatto la storia. Alle origini della vitivinicoltra veronese (1867-1977)”, ricerca storica di Ernesto Santi con la collaborazione dell’enologo Luigino Bertolazzi e della stessa Benetton: una ricostruzione puntuale, di grande interesse, della storica cantina e di quel mondo sulle cui spalle ha prosperato l’enologia degli ultimi decenni. Guardandosi intorno nella Sala del camino si notano quadri ad olio di spiccata sensorialità, che ritraggono paesaggi, personaggi, acqua, fiori, vino, con un linguaggio terso, luminoso, nessuna ridondanza, tutto significante. Autrice? Maria Teresa Benetton! E se volete soggiornare ai piedi del castello con vista sui vigneti ecco il B&B Relax a Soave (www.soaverie.com), che esprime il gusto accogliente della sua famiglia. Il programma de “Il sabato del villaggio” continua sabato 7 dicembre alle ore 17 con la conferenza del prof. Ernesto Santi sul tema “Un fiume per territorio”, corredata da immagini e mappe; sabato 14 ore 17 “E’sempre l’ora del tea” da accompagnare ai biscotti dei “vini di luce”, prodotti biologici realizzati nel rispetto dei ritmi e delle vibrazioni della natura. Sarà, il 14, un pomeriggio dedicato al ricordo dell’attore, regista, uomo di profonda cultura Roberto Puliero, scomparso di recente, con la recita di brani e poesie a cura della compagnia “La Barcaccia”. Per informazioni (ingresso libero, posti limitati, è gradita prenotazione) tel. 333 2175073
Trento Villaggio di Natale
Il villaggio del Natale a Trento Come e dove trascorrere gli ultimi giorni di vacanza? A Trento! Fino al 6 gennaio ecco il Villaggio del Natale con la Ruota Panoramica, l’officina degli elfi, la casa di Babbo Natale, gli animali della fattoria, i laboratori creativi per i bambini, il mercatino, la musica e molto altro ancora. Se c’è un luogo che più degli altri risuona di risate e allegria è piazza Santa Maria Maggiore, che durante il Mercatino di Natale di Trento, grazie agli eventi organizzati dal Comune di Trento, si trasforma nella Piazza dei Bambini! Per la gioia creativa dei bambini Qui sorge il Villaggio del Natale, un piccolo regno dove respirare aria di fiaba e vivere la magia del Natale fatta di emozioni, suoni e colori. Aperto dal giovedì alla domenica, il Villaggio del Natale ospita Babbo Natale, gli Amici Elfi e i Folletti del Bosco che aspettano grandi e piccini per trascorrere insieme momenti unici. Gli Amici Elfi e i Folletti del Bosco sono i protagonisti dell’Officina del Natale, una grande casa che ospita laboratori creativi, giochi e letture. I piccoli apprendisti potranno realizzare casette in legno per gli uccellini, cestini per le caramelle, alberelli e befane in feltro, veri gustosi biscotti di Natale. Tappa obbligata per tutti i bambini: la Casa di Babbo Natale, dove scrivere la letterina dei propri desideri da consegnare direttamente nelle mani di Babbo Natale arrivato dal Nord a bordo della sua meravigliosa slitta. Babbo Natale sarà felice di realizzare per ognuno un piccolo dono! Ad affascinare i bambini anche La fattoria degli animali dove poter osservare da vicino asini, cavalli, galline, pecore e caprette. E poi c’è il Mercatino tipico, dove tutta la famiglia può gustare i prodotti delle aziende agricole del territorio e godersi un'atmosfera che profuma di dolci fatti in casa e di altri tempi. Non può mancare il vero simbolo della festa del Natale: il Presepe, un'opera in legno realizzato dalle abili mani dall’artista gardenese Michael Demetz. Sopra la città con la ruota panoramica Naso all’insù e occhi spalancati… i più piccoli rimarranno incantati dalla grande ruota panoramica di piazza Dante, un emozionante tuffo nel cielo per ammirare dall’alto la città vestita a festa. Da non perdere, in Piazza Lodron, si può ammirare l’installazione artistica raffigurante i personaggi della Natività e del presepe, la cui ideazione, progettazione e realizzazione è opera degli studenti del Centro di Formazione Professionale Enaip di Villazzano e dell’Istituto d’Arte “A.Vittoria”. Mentre a Palazzo Geremia la mostra “A Natale. Un regalo. La stella. I presepi” mette in mostra presepi realizzati con svariate tecniche di lavorazione, attraverso la creatività di educatori e volontari, la collaborazione dell’associazione “Liberamente Insieme per ANFFAS Trentino” e del Comune, con il coinvolgimento diretto degli allievi delle strutture ANFFAS. Passeggiando da una piazza all’altra… e quando i più piccoli si stancano di camminare? Arriva il simpatico trenino di Natale. Dalla centrale piazza Duomo fino agli angoli più suggestivi del centro storico, attraverso le diverse fermate dislocate nella città, così mentre si viaggia i bambini ricaricano le energie! Feste in musica In omaggio alle feste: “#LA PIAZZA CHE SUONA.... a Natale”. A partire da sabato 23 novembre 2019 fino a lunedì 6 gennaio 2020 l’atmosfera di Piazza Duomo sarà arricchita ogni giorno da melodie natalizie trasmesse in filodiffusione, dall'antico al contemporaneo. Tanti sono anche i concerti dei corpi bandistici che faranno risuonare tra le vie della città il meglio del loro repertorio natalizio. Concerti natalizi anche nelle chiese di quartiere con grandi interpreti come Antonella Ruggiero, gruppi vocali di canto gregoriano, quartetti d’archi, gruppi jazz e gospel. Infine, per gli amanti della buona musica, da non perdere Cantantibus Organis, concerti natalizi sugli organi più belli della città. Tutte le informazioni su www.mercatinodinatale.tn.it e nelle pagine Facebook @mercatinodinataletrento, Instagram @nataletrento e Twitter @trentofiere; #nataletrento #MercatinodiNataleTrento #ioilluminotrento. Info: APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi - Tel. 0461 216000 - www.discovertrento.it
Giulio Romano “Con nuova e stravagante maniera”
Torna in mostra a Mantova un suo grande artista, il più illustre allievo di Raffaello: Giulio Romano, pseudonimo di Giulio Pippi de' Jannuzzi (Roma, 1492 o 1499 - Mantova, 1546). Continua fino al 6 gennaio 2020 la mostra “Con nuova e stravagante maniera”. Giulio Romano a Mantova", nata dalla collaborazione tra il Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova e il Musée du Louvre di Parigi, dedicata al grande Giulio Romano e al suo modo straordinario di esercitare l'arte, in particolare a Mantova. Il progetto illustra il percorso artistico del Pippi, dagli inizi a Roma fino al successo nella città dei Gonzaga. Il multiforme ingegno si è felicemente compiuto in campi e attività quali l’architettura, la pittura, gli arazzi, l’oreficeria, accomunate nella disciplina del disegno, che esercitò fin da giovane in modo eccelso. Accanto alle opere del Louvre la mostra propone una selezionata raccolta di disegni, provenienti dalle più importanti collezioni museali italiane e straniere tra cui l’Albertina di Vienna, il Victoria & Albert Museum di Londra, la Royal Collection a Windsor Castle, oltre a dipinti, stampe e maioliche. Le più recenti tecnologie digitali ricreano, attraverso ricostruzioni 3D, oggetti e ambienti giulieschi. “L’iniziativa di Palazzo Ducale su Giulio Romano - afferma Peter Assmann, direttore del Complesso Museale Palazzo Ducale - vuole essere un grande evento culturale che mostri al mondo l’eccezionalità della figura storica del più celebre allievo ed erede di Raffaello. Maestro del Manierismo, Giulio Romano ha lasciato a Mantova testimonianze straordinarie del suo talento di pittore, architetto e uomo di cultura. “Con nuova e stravagante maniera”, con la prestigiosa collaborazione di una rinomata istituzione europea come il Louvre, rappresenta un’importante chance per la città: andare oltre la tradizionale concezione di mostra temporanea per riunire tutte le forze produttive locali intorno a Palazzo Ducale e rafforzare l’immagine di Mantova come città d’arte in Europa e nel mondo. Al di là della sua importanza culturale specifica si tratta di un’occasione per fare rete tutti insieme verso un unico grande obiettivo di crescita collettiva”. Nicola Karcher (da disegno di Giulio Romano): Venere e i putti Arazzo, Modena, Galleria Verolino “La mostra Con nuova e stravagante maniera. Giulio Romano a Mantova - sottolinea Jean-Luc Martinez, presidente e direttore del Musée du Louvre di Parigi -, che si svolgerà a Palazzo Ducale di Mantova nell’autunno 2019, è il frutto di un partenariato eccezionale tra il Musée du Louvre e il Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova. L’evento espositivo permetterà di presentare negli ambienti di Palazzo Ducale una scelta di settantadue fogli di Giulio Romano (1492 o 1499 – 1546) scelti all’interno del ricco fondo di disegni di mano dell’artista conservato al Louvre, il più importante oggi noto”. “La presentazione dei disegni del Louvre - prosegue Jean-Luc Martinez -, completata dalla scelta di un’ulteriore quarantina di opere provenienti da altre istituzioni, offrirà al pubblico la possibilità di percorrere tutta la carriera di Giulio Romano, l’allievo di Raffaello che fu maggiormente influenzato dal suo stile e dal suo modo di lavorare. Questi fogli saranno eccezionalmente messi a confronto con le opere finite allo scopo di illustrare la relazione che, all’epoca, legava il maestro, i collaboratori e gli allievi: tra questi ultimi possiamo citare Fermo Ghisoni, Rinaldo Mantovano e, soprattutto, Giovan Battista Bertani, colui che gli succederà nella direzione dei lavori in Palazzo alla sua scomparsa nel 1546”. www.giulioromanomantova.it
Giulio Romano Arte e Desiderio
Erotismo ammiccante, felice, intrigante, dal mondo classico al Rinascimento, si ammira a Palazzo Te di Mantova nella mostra Giulio Romano: Arte e Desiderio, fino al 6 gennaio 2020. L’esposizione, a cura di Barbara Furlotti, Guido Rebecchini e Linda Wolk-Simon, è parte integrante del programma di mostre ed eventi “Giulio Romano a Palazzo Te” (settembre 2019 – giugno 2020), promosso dalla Fondazione Palazzo Te e dal Comune di Mantova, organizzato e prodotto con la casa editrice Electa. La mostra indaga la relazione tra immagini erotiche del mondo classico e invenzioni figurative prodotte nella prima metà del Cinquecento in Italia. Concentrandosi sulla produzione di Giulio Romano, il percorso espositivo evidenzia la capillare diffusione di un vasto repertorio di immagini erotiche nella cultura artistica cinquecentesca e svela le influenze esistenti tra cultura alta e cultura bassa nella produzione di tali immagini. I preziosi oggetti esposti – provenienti da venti istituzioni italiane e straniere, tra cui il Metropolitan Museum of Art di New York, l’Ermitage di San Pietroburgo, il Musée du Louvre di Parigi, il British Museum di Londra, il Rijksmuseum di Amsterdam, la Galleria Borghese di Roma, la Galleria degli Uffizi e il Museo del Bargello di Firenze – sottolineano il carattere giocoso, inventivo e a tratti sovversivo di queste invenzioni artistiche e dimostrano la flessibilità del soggetto erotico, utilizzato in opere che spaziano dai disegni ai dipinti, dalle sculture alle incisioni, dalle maioliche agli arazzi. Il tema della mostra, che offre al pubblico la possibilità di indagare un aspetto relativamente poco noto dell’arte del Rinascimento, è strettamente connesso al luogo che la ospita. Soggetti erotici e storie amorose sono infatti ricorrenti nelle sale di Palazzo Te, capolavoro indiscusso della carriera artistica di Giulio Romano. Il percorso si apre con la presentazione teatrale di una figura di Venere di marmo antica, già di proprietà di Giulio Romano e donata dall’artista al marchese di Mantova, Federico Gonzaga. L’opera esposta testimonia come la scultura antica ebbe un impatto fondamentale sull’immaginazione degli artisti attivi nel Cinquecento a Roma, in particolare Raffaello e Giulio Romano, e fornì loro lo stimolo per la creazione di nuove opere dal carattere scopertamente sensuale. La prima sezione illustra la produzione giovanile di Giulio al tempo della sua attività nella bottega di Raffaello, e in particolare il suo intervento nella decorazione della stufetta del Cardinal Bibbiena nel Palazzo Vaticano (1515-1516), e nella Loggia di Psiche alla Villa Farnesina a Roma. La seconda sezione è dedicata a I Modi, una serie di 16 immagini pornografiche, probabilmente ispirate a fonti antiche, che furono disegnate da Giulio Romano, incise da Marcantonio Raimondi e accompagnate da sonetti licenziosi composti da Pietro Aretino. La sezione intitolata Arte e Seduzione presenta una copia antica e particolarmente fedele della Fornarina di Raffaello, probabilmente realizzata da Raffaellino del Colle, un collaboratore di Giulio Romano, e il Ritratto di cortigiana di Giulio stesso, sempre ispirato al famoso ritratto erotico raffaellesco. A seguire, la sala dedicata a Gli amori degli dei dimostra, attraverso disegni e incisioni, la grande fortuna collezionistica di cui godettero i soggetti erotici nel Cinquecento quando venivano mascherati dietro la più accettabile apparenza di una storia mitologica e giustificati come traduzioni in immagini di invenzioni letterarie e poetiche. La quinta sezione costituisce il cuore della mostra ed è dedicata al quadro monumentale di Giulio Romano intitolato i Due Amanti, conservato all’Ermitage, il quale potrebbe essere stato realizzato poco prima dell’arrivo dell’artista a Mantova, nel 1524, e condotto nella città dei Gonzaga per il marchese Federico. Affiancano il dipinto due opere di eccezionale importanza artistica, affini ai Due Amanti per soggetto e cronologia: un arazzo – spettacolare per dimensioni e preziosità dei materiali – con Mercurio ed Erse, ispirato a un’invenzione di Raffaello per la Villa Farnesina, in prestito dal Metropolitan Museum of Art di New York, e un raffinato cartone di grandi dimensioni preveniente dal Louvre raffigurante Giove e Danae, di mano di Perino del Vaga – un altro collaboratore di Raffaello – che dovette servire da modello per un arazzo (ora perduto) realizzato su commissione di Andrea Doria, parte di una serie dedicata agli amori clandestini di Giove. Il tema degli amori clandestini di Giove torna nell’ultima stanza dell’esposizione, dove un grande cartone raffigurante gli amori di Giove e Leda ispirato a una invenzione di Michelangelo e la sensuale Danae di Correggio, commissionata da Federico Gonzaga nel 1530-1532, attestano come gli artisti cinquecenteschi si siano cimentati nel campo della pittura di soggetto erotico in competizione con la scuola di Raffaello. Il progetto di allestimento è a cura di Lissoni Associati. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Electa. www.giulioromanomantova.it www.fondazionepalazzote.it