Reportage

Bassano: una mostra celebra il mito del “nuovo” Ponte palladiano degli Alpini

Un omaggio all’invenzione, alla storia e al mito del Ponte di Bassano in occasione della riapertura del celebre manufatto palladiano dedicato agli Alpini, è proposta sino al al 10 ottobre dei  Musei Civici di Bassano del Grappa nella mostra “Palladio, Bassano e il Ponte”.

Curata da Guido Beltramini, Barbara Guidi, Fabrizio Magani e Vincenzo Tiné l’esposizione è stata promossa dall’Amministrazione Comunale di Bassano del Grappa. A differenza della maggior parte degli architetti cinquecenteschi, Palladio è un architetto di ponti: ponti di pietra, di legno e di carta. Questi ultimi sono senza dubbio quelli che avranno un impatto più marcato sulla cultura figurativa dei secoli successivi: pubblicati sulle pagine dei Quattro Libri, il trattato edito a Venezia nel 1570, diventeranno i protagonisti dei sogni degli artisti del Settecento. Algarotti chiederà a Canaletto di fargli vedere il ponte di Rialto come lo aveva pensato Palladio, ma anche Bellotto,Carlevarijs e Piranesi faranno dei ponti uno dei soggetti privilegiati delle loro vedute.

La mostra racconta il mito del ponte, ma contemporaneamente parla di un ponte concreto e reale da 500 anni, il ponte di Bassano, disegnato da Palladio, distrutto ericostruito più volte in un’epopea che dal Settecento del Ferracina giunge al presente del ‘Ponte degli Alpini’. Il racconto della mostra si snoda a partire da disegni originali di Palladio, libri cinquecenteschi, mappe antiche, dipinti del Settecento, fotografie di fine Ottocento, modelli di studio contemporanei. La mostra è frutto di una sinergia fra il Museo Civico di Bassano, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Verona, Rovigo e Vicenza e ilCentro Studi Internazionali di Architettura Andrea Palladio-Palladio Museum di Vicenza. La mostra è accompagnata da un volume scientifico, in grado di fornire gli strumenti di lettura della storia del ponte di Bassano e dei suoi secoli di storia articolato in tre sezioni. La prima, di taglio storico, contestualizza la fase di costruzione cinquecentesca del ponte all’interno dell’economia, politica e società bassanese dell’epoca, senza trascurare anche la “preistoria” del ponte, con i diversi attraversamenti dal medioevo in avanti. La seconda sezione, di tema palladiano, rende conto delle novità nelle ricerche su Palladio e i ponti in pietra e in legno, con particolare attenzione al ponte nella città di Bassano e a quello a Cismon del Grappa. Una terza sezione riguarda la “vita materiale” e le trasformazioni del ponte in un arco cronologico che va dalla sua costruzione sino al recente restauro, nonché alla forza del suo mito nelle arti figurative.

Il restauro

Distrutto e ricostruito innumerevoli volte a partire almeno dall’inizio del XIII secolo e nel 1570 riprogettato da Andrea Palladio (1508-1580), in virtù della sua importanza storica, architettonica e identitaria, il Ponte Vecchio di Bassano, noto anche come Ponte degli Alpini, è divenuto il simbolo stesso della città ai piedi del Grappa. Noto a livello internazionale e decretato Monumento Nazionale, dal 2017 il Ponte Vecchio di Bassano è stato sottoposto a un lungo intervento di restauro strutturale coordinato dall’Ufficio tecnico del Comune di Bassano e realizzato sotto la sorveglianza della Soprintendenza per le provincie di Verona, Rovigo e Vicenza. L’intervento, costato circa 7 milioni di euro, è stato affidato alla impresa Inco s.r.l. di Pergine Valsugana (Trento), opere strutturali di Claudio Modena con la consulenza diGiovanni Carbonara, ed è stato reso possibile grazie a importanti fondi del Comune oltre che del Ministero della cultura (1,9 milioni), della Regione Veneto (1,7 milioni), della Fondazione Cariverona (un milione) e dell’Associazione Nazionale Alpini e Comitato “Aiutiamo il Ponte di Bassano” (circa 300mila euro).

Il singolare manufatto ligneo presentava diversi aspetti di degrado e un evidente stato deformativo, sia per quanto riguarda le strutture al livello della pavimentazione, segnata da progressivi cedimenti, sia in quelle sommerse ed emerse dall’acqua del fiume Brentasul quale troneggia. I lavori sono stati volti a un generale risanamento degli elementi strutturali e portanti: tra questi, la posa di una nuova trave reticolare in acciaio inox a sostegno di ciascuna delle quattro stilate e altri lavori che hanno interessato le antiche colonne lignee e i pali di rostro. É stato inoltre effettuato lo smontaggio del tavolato storico, il rifacimento della pavimentazione, oltre a intervenire sulla copertura e sulla intera balaustra del ponte.La struttura risulta ancora legata a doppio filo alla versione palladiana, con le sue quattro stilate lignee a sorreggere le cinque campate e la singolare copertura a capanna corredata oggi anche da una rinnovata illuminazione.

La ‘riscoperta’ del Ponte è senza dubbio l’occasione per conoscere o riscoprire un angolo di Veneto  suggestivo sia per gli aspetti storici che ambientalistici. A questo proposito allettanti risultano le proposte dell’ospitalità Bonotto che , ad esempio, propone l’Alta Via del Tabacco una dolce camminata lungo il fiume Brenta, che regala scorci e colori meravigliosi. Accompagnati dalla guida ambientale di fiducia si scopriranno  aneddoti, dettagli, racconti e riferimenti . Il pacchetto per coppia include due notti presso l’hotel Belvedere, due colazioni, un aperitivo , una cena di tre portate, una passeggiata lungo l’Alta Via del tabacco, un aperitivo in enoteca: prezzo a opartire da 299 euro. Bambini sino a 12 anni gratis, con trattamento di camera e colazione, pasto extra a consumo.

Vincenzo Beni, vicentino, giornalista professionista esperienze televisive, in quotidiani e per circa 30 anni redattore dell'Agenzia Ansa. Appassionato di enogastronomia e sport ama descrivere le eccellenze e le storie della propria terra e del triveneto in generale.

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