
A Vinitaly si presenta ogni anno con un claim preciso e invitante. All’edizione 2025 UmbriaTop – la società cooperativa che raggruppa la maggioranza delle aziende vitivinicole regionali – ha coordinato e promosso la partecipazione della filiera vitivinicola regionale sotto il segno delle “Radici”, il concept chiave per l’allestimento, l’accoglienza e la narrazione del Padiglione Umbria. Un filo logico fatto di cultura, paesaggio, comunità, imprese ha legato i 30 appuntamenti proposti a un pubblico selezionato e competente di buyer internazionali, stampa di settore e operatori, tra talk, degustazioni guidate e incontri tecnici, attraverso i quali l’Umbria ha raccontato la propria storia passata, presente e futura. “In questa edizione del Vinitaly abbiamo ribadito un concetto – sottolinea Simona Meloni, Assessora alle politiche agricole e agroalimentari, al turismo e al PNRR – il vino umbro non è solo eccellenza agroalimentare. È identità, è cultura, è una leva straordinaria per lo sviluppo turistico del nostro territorio, è un elemento di riconoscibilità”.
“Il Vinitaly 2025 si è contraddistinto per un’atmosfera professionale, concentrata e orientata al business, con un flusso costante di visitatori qualificati. – ha dichiarato il presidente di UmbriaTop, Massimo Sepiacci – Elemento centrale è stata la forte sintonia tra istituzioni e operatori del settore nella progettualità e nelle prospettive”.
Numerose le degustazioni e gli approfondimenti progettati sotto il format “Umbria Wine Academy” per un calendario di appuntamenti finalizzati a rendere note le produzioni, le storie, le progettualità, i volti del vino umbro. Positiva la partecipazione di AssoGal Umbria: i 5 Gal regionali, hanno presentato il primo living lab sul turismo esperienziale, in collaborazione con la Rete Rurale Nazionale e con la partecipazione di alcuni Gal dei vari territori italiani. Il partecipato incontro ha dimostrato come il lavoro di squadra ed il confronto con gli altri partner, possano portare a idee innovative per i territori rurali. Identità territoriale, animazione partecipata, multidisciplinarietà, le parole chiave emerse in tutti i racconti presentati.
Tra gli appuntamenti di rilievo, la presentazione della pubblicazione “Radici: l’eco delle origini”, presentato per la prima volta, in presenza degli studiosi ed esperti che hanno contribuito alla redazione della pubblicazione. Il volume intende percorrere le origini della produzione vitivinicola umbra attraverso un approccio multidisciplinare, per scoprire punti di forza della piccola ma preziosa produzione, tra peculiarità botaniche, agronomiche e ambientali del territorio e spunti culturali, racconti storici, testimonianze di archeologia agricola e rurale, grazie al contributo, tra i vari, dell’Università degli Studi di Perugia, l’Università per Stranieri di Perugia, 3A Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria, Museo del Vino di Torgiano, AIS Umbria. “Non soltanto una pubblicazione, ma una dichiarazione di appartenenza e un atto di memoria collettiva. – spiega Gioia Bacoccoli, coordinatrice UmbriaTop – Il progetto “Radici” nasce dunque dal desiderio di narrare punti di forza della filiera vitivinicola regionale a partire dalle sue origini. Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia narra: «Umbrorum gens antiquissima Italiae existimatur», ossia «Gli Umbri sono considerati il popolo più antico d’Italia». La parola VINÙ è scritta nelle Tavole Eugubine (Gubbio), il più lungo e importante testo rituale dell’Italia antica, come il Professor Augusto Ancillotti insegna, e attestano un utilizzo del vino per scopi sacrali e rituali. Il vino in Umbria, insomma, si fa da tempi immemori. Non resta dunque che iniziare a scrivere un racconto nuovo e antico allo stesso tempo”. www.umbriatopwines
(ph Pier Paolo Metelli)
