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Reportage

Sono in viaggio da vent’anni i trenini del plastico di Schio

  Non è detto che un’opera d’arte debba stare appesa ad un muro o rinchiusa immobile in un museo, una biblioteca o dentro un disco. A Schio, in provincia di Vicenza,  la passione la costanza e l’amore di un gruppo di amici hanno permesso di creare un capolavoro come pochi ce ne sono in Italia e in Europa, una meraviglia in continuo movimento legata al mondo delle ferrovie in miniatura.

Da poco più di 20 anni, grazie all’associazione Fermodellisti Alto Vicentino (Fav) uno spettacolare plastico ferroviario ospita attraverso panorami mozzafiato le corse di decine di convogli ferroviari , composizioni fedeli alla realtà di passeggeri e merci di tutti i tipi e nazionalità. Una gioia per gli occhi e per lo spirito.

Il plastico nasce nel 1989 da un’idea di pochi appassionati: una soluzione al loro desiderio di creare una struttura stabile per ciò che hanno in mente da tempo la offre il Comune di Schio che affida al gruppo un locale dismesso presso un’ ala della struttura di riposo per anziani ” La Casa”. La stessa amministrazione mette anche a disposizione dei soci un finanziamento iniziale per l’acquisto dei materiali.  Gli ambienti che accolgono il plastico (sala principale  e sala del movimento) si estendono globalmente su 150mq, 100 dei quali sono occupati dalla superficie del plastico.
Il circuito principale, in scartamento H0 (scala 1:87) è un falso doppio binario che si sviluppa per quasi 500 metri : nelle giornate di traffico intenso passano anche 20 minuti prima di vedere ripassare il proprio convoglio sullo stesso punto.  Vi trovano spazio tutte le installazioni ferroviarie immaginabili, da piattaforme girevoli a passaggi a livello, dai semafori alla linea aerea. Il traffico è controllato da un sistema di blocco automatico basato su 42 tratte comandate da altrettante schede elettroniche autocostruite. La pendenza massima del binario è pari al 1,5 % con la quale la linea si eleva fino ad un livello massimo di 120 cm sopra al livello più basso. Oltre al circuito principale c’è poi una linea da punto a punto, senza catenaria che, come al vero, collega le stazioni di Vicenza a quella di Schio con uno sviluppo di 50 metri. Questa linea, a binario singolo, è completamente manuale ad agente unico ed è dotata di funzionamento digitale.


  Quattro stazioni (Vicenza, Cittadella, Chiusaforte, Schio) si trovano lungo i tracciati oltre ad una stazione nascosta , nella sala del movimento, costituita da un fascio di 11 binari sul quale si compongono i convogli fuori dalla visuale degli spettatori. In tutte queste stazioni sono posati in totale più di 110 tra scambi e incroci. Tutte le stazioni sono collegate da linea telefonica per eventuale coordinamento degli operatori.  Il plastico è attorniato da una avvolgente scenografia fotografica riproducente le Piccole Dolomiti vicentine e il paesaggio interno ai percorsi è dominato da montagne, boschi e foreste – sono oltre diecimila  gli alberi presenti – pascoli, piccoli abitati, ponti teleferiche, scene di vita comune, dal traffico automobilistico all’incendio di un rustico, dal lavoro di una grande fornace, all’escavazione delle pietre e del ancora più piccolo traffico dei carrelli di una miniera. Attirano l’attenzione dei visitatori una funicolare, una funivia per trasporto passeggeri, una segheria ed una giostra che anima una sagra paesana vicino alla stazione montana di Chiusaforte. Due piattaforme girevoli sono dislocate a Vicenza e Schio per l’inversione delle motrici a vapore. La quasi totalità degli elementi paesaggistici statici è stata costruita dai soci del club partendo da materiali grezzi, senza ricorrere a scatole di montaggio commerciali.

  Oggi l’associazione  Fav conta una sessantina di iscritti ed è gemellata con i fermodellisti di Landshut e Salisburgo. Il plastico attira ogni anno migliaia di visitatori in arrivo da ogni dove su appuntamento o nella decina di giornate di apertura annuale. E’ un autentico punto d’approccio per i fermodellisti che in mancanza di spazi privati adeguati hanno a disposizione la grande ferrovia per far sgranchire gli ingranaggi delle loro collezioni rotabili. Sui binari di Schio transitano i convogli di seri professionisti, studenti, pensionati, giornalisti, celebri attori, operai e impiegati. Perché il fermodellismo non conosce distingui sociali né il plastico scledense  sa cosa sia uno sciopero ferroviario.

A rendere ancora più avvincente la visita al plastico da una decina d’anni c’è il ‘Museo del treno in miniatura’, esposizione permanente di oltre mille modelli che ripercorrono la storia del modellismo ferroviario dal 1950 al 2000, con pezzi commerciali e artigianali che raccontano sia lo sviluppo della tecnica ferroviaria reale che quella modellistica, passando dalla trazione a vapore, a quella diesel per arrivare a quella elettrica attraverso i vari esperimenti condotti nella storia.

In un’angolo dell’esposizione ecco creato ultimamente anche un piccolo plastico dedicato ai bambini. Una percorso dover i piccoli posso giocare far viaggiare alcuni convogli e soprattutto…’toccare’ cosa proibita anche ai grandi dai margini del grande plastico di Schio.

Vincenzo Beni, vicentino, giornalista professionista esperienze televisive, in quotidiani e per circa 30 anni redattore dell'Agenzia Ansa. Appassionato di enogastronomia e sport ama descrivere le eccellenze e le storie della propria terra e del triveneto in generale.

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