Volare è meglio di camminare

“Ed il mio cuore perse un battito”, scrive Manuela De Matteis, ogni volta che rievoca un sentimento che l’ha turbata profondamente, come il dolore per un lutto o una passione amorosa. Il titolo “Volare è meglio di camminare”, pubblicato da Jago Edizioni, ricalca la frase che il suo grande amico Andrea Conti, atleta in handbike, le ripeteva, esempio emblematico che la gioia interiore è un dono che ognuno, in ogni condizione, può coltivare. L’autrice, nata a Lecce (occhi penetranti e sorriso smagliante da salentina, cresciuta tra brezze e profumi di mare) vive in provincia di Verona con la famiglia. Questo romanzo svela la sua vena diaristica, un “dire” con parole semplici, introdotte capitolo dopo capitolo da titoli di canzoni. Espressione immediata, lontana da retorica e complessità, agganciata alla vita quotidiana nella sua tavolozza di ogni colore, che addensa con diverse cromie i fatti e le emozioni.
L’ intonazione intimista raffigura i temi universali del dolore, dell’amore, della paura, della libertà, tratteggiati così come accadono nella vita reale, senza arzigogoli fantasiosi, con approdo finale nell’amore per sé e per gli altri. Un romanzo di formazione, si diceva un tempo, per intendere come le persone sanno trovare in sé la forza di reinventarsi una vita soddisfacente che guarisce le ferite. Leggerezza narrativa e semplicità lessicale-semantica supportano la descrizione di paesaggi, situazioni, sentimenti ambientati in Puglia e a Verona. Molte citazioni di persone e luoghi sono reali, ambientati lungo irte salite e discese pericolose, con la capacità di trasformare la realtà di ogni giorno e di ogni sguardo, fino all’Happy end finale.
E non poteva che finire così.