Ilios di Angelica Artemisia Pedatella
Ricordare le antiche verità, in cui l’IO si riconosce, in contaminazione profonda oltre il tempo. I miti sono una fonte inesauribile di conoscenza dell’umanità, tra vicende epiche e sentimenti primordiali, di cui l’Iliade è fonte preziosa. C’è chi ha il coraggio di misurarsi con questo poema, scrivendo “sceneggiature” in forma di monologhi espressi dai protagonisti: Achille, in primo luogo, lacerato dalla morte di Procolo e Menelao, Priamo, Aiace, Ettore, Odisseo, il primo eroe moderno. Sono in primissimo piano le donne nel libro: Ilios La città brucia di Angelica Artemisia Pedatella, Pioda Imaging Edizioni. Sono Briseide, Elena, Andromeda con il loro carico di dolore e coraggio, mentre Cassandra ancora una volta vaticina rivolta al padre: “Cassandra, tua figlia, l’inascoltata, non ti sopravvivrà a lungo. Ma si ricorderanno di me. Questo so. E forse, in fondo, non moriremo mai. Qualcuno ascolterà ancora la nostra storia e allora, padre, noi vivremo ancora! Avrà un senso questa tragedia, padre…Non scacceranno dal mondo il dolore, le mie parole, ma riconcilieranno l’uomo con il suo destino e anche se gli incendi continueranno a confondere gli uomini, la mia parola da qualche parte aprirà uno squarcio, lascerà che ci comprendano e ci perdonino”. L’attualità di queste frasi è sotto gli occhi di tutti. Angelica Artemisia (un nome evocativo di un illustre destino artistico, quattro secoli dopo la Gentileschi) Pedatella è autrice, regista, attrice, musicista: una prova ulteriore che la messa in pratica dei propri talenti è una via maestra per realizzare scopi vitali, perché l’essere fluisce nel divenire e il senso si recupera nell’azione, nella vita.
L’ho conosciuta a Guardia Piemontese (Cs) in occasione del Festival delle Riforme Culturali – con, in prima linea, Gabriella Sconosciuto direttrice, Fiorenzo Tundis responsabile storico del Museo Valdese e la stessa Pedatella come madrina- , mentre era impegnata in uno spettacolo con la sua “Compagnia Teatrale BA17”. Il visibile dei corpi in movimento – informazione immediata del linguaggio del corpo – faceva da specchio all’invisibile nel senso del non conosciuto ma esistente e pregnante come la simbologia, che tutto permea e spiega. In quella performance, l’arte ha incontrato la ricerca sapienziale come in questo libro.
Dalla tolda di una ammiraglia della cultura classica come l’Iliade, in un rapporto stretto tra personaggi, miti e sostanziale fedeltà all’antico capolavoro, l’autrice ci guida in una profonda a volte tormentata e infine malinconica discesa nella profondità dell’IO, amata dalle Muse, che sostengono chi ha il coraggio di realizzare i propri talenti, attingendo anche dal mondo antico.
Claudia Farina
Giornalista e scrittrice, vive a Verona. Specializzata in stampa turistica, cultura del vino ed eresie medioevali, è direttrice della rivista Gardamore. Ha scritto articoli e libri inerenti il lago di Garda, l’Africa, il Medio Oriente e altri Paesi. Collabora con VeraClasse-Travel &Lifestyle Magazine e Food Travel Verde Gusto. Fa parte di varie Associazioni tra cui Le Donne del vino; Wigwam (Rete associativa per lo sviluppo equo, solidale e sostenibile delle Comunità locali); Fidapa (Federazione italiana donne arti professioni affari ); Onav (Organizzazione nazionale assaggiatori di vino). Ultimi libri pubblicati: “Sull’onda. Intrecci d’amore e di viaggio” Delmiglio editore; per Cierre Grafica ha scritto “Catari sul Garda. Maddalena l’apostola e il vescovo donna”; “La svolta nei racconti di dieci donne”; “Boni Homini. Sulle tracce dei Catari e di Maria Maddalena”; “Puri Cristiani. I Catari dal Piemonte alla Sicilia”.